domenica 18 agosto 2013

Children of Earth, finale alternativo EPILOGO 3/3


Jack poteva percepire il disagio del Primo Ministro e dei suoi due collaboratori seduti dietro il lucido tavolo di mogano. Paradossalmente lui, solo e in piedi davanti a loro, sotto esame, si sentiva sicuro e a proprio agio. Non era stato lui ad essere ripreso dalle lenti a contatto-telecamera mentre decideva freddamente quali categorie di bambini dovevano vivere e quali morire e non era stato lui a dare l’ordine di distruggere Torchwood. Dopo tutto quello che era successo, comunque, la soddisfazione provata ora era di ben magra consolazione. Nonostante tutto sul suo cuore aleggiava l’amara sensazione della sconfitta per come i governi avevano reagito alla minaccia.

-Quindi cosa ci può dire di questo… Dottore?- Ripetè il Primo Ministro.

-Stavo morendo avvelenato, signore, non ricordo particolarmente bene cosa è successo.- Jack non cambiò la propria versione.

Il ministro sbuffò irritato. –Lo abbiamo visto tutti, Capitano. La telecamera militare ha trasmesso chiaramente l’arrivo di questo… personaggio. Sembrava conoscere i 4.5.6. Chi era?-

Questa volta fu Jack a dover controllare il tono della voce. –Con tutto il rispetto, signore, mi pare che qualsiasi cosa sia successa ieri abbia scongiurato una enorme crisi planetaria, abbia salvato vite ed evitato ai governi di dover fronteggiare una guerra civile e decisioni che non dovrebbero mai essere prese.- Cercò di rilassare la dita delle mani chiuse a pugno. –Torchwood ha ricevuto un aiuto. Questo deve bastare. E credo che la UNIT concorderà con me.-

Silenzio teso per un lungo istante. Il Primo Ministro picchiettò i polpastrelli sul tavolo. –Per ora può andare, Capitano Harkness, ma non abbiamo finito.-

Jack sorrise gelidamente. –Oh, invece abbiamo finito eccome.- Disse indicando i propri occhi a pro-memoria. –Vi ricordo che ci sono cose che anche voi preferireste non venissero rese pubbliche. Signori. Buona giornata.- E con questo si voltò ed uscì dall’ufficio con passo deciso, il cappotto lungo che gli svolazzava alle spalle. Gli ci volle tutto il percorso fin fuori il palazzo per rallentare il battito del proprio cuore.

Quando raggiunse il cancello del parco riuscì a sorridere sinceramente alle due persone che lo stavano aspettando.

-Frappuccino.- Martha gli porse un bicchiere di Starbucks.

-Meglio una camomilla, Martha.- Scherzò lui, accettando però volentieri l’offerta. –E’ bello rivederti, ragazza. Ehi, Micky Micky Mouse, come va?- Scambiò poi un saluto cameratesco con il giovane di colore che pareva aver messo su qualche muscolo dall’ultima volta che lo aveva visto.

-Tutto sommato bene, se consideriamo che gli alieni hanno deciso di invadere la terra proprio durante il nostro viaggio di nozze!- rispose Micky.


Si avviarono tranquilli lungo il viale ombreggiato del parco. Era piacevole ascoltare in sottofondo i bambini giocare sapendoli al sicuro. Quale rischio immenso avevano corso tutti. Jack scacciò con decisione dalla mente l’immagine delle porte dell’inferno aprirsi. –Sarete riusciti lo stesso a consumare, spero…-

Micky rise. –Ci puoi scommettere, fratello.- e ricevette una gomitata poco gentile da Martha. –Ehi!-

Passeggiarono un po’ in silenzio, godendo della compagnia reciproca. Martha prese a braccetto Jack, col suo fare deciso e gentile. –Cosa succederà ora?- chiese.

Il Capitano ci pensò su. –Molte cose, credo. Cambieranno un po’ di volti al governo. Cambieranno dei nomi. Cadranno delle teste, letteralmente. Tutto in modo molto composto e segreto.-

-Tu cosa farai, Jack?-

Lui sospirò. Si fermò e guardò i luminosi occhi scuri di Martha. –Credo che me ne andrò.-

-Come, te ne andrai?-

Jack scosse la testa. –Le persone che amo sono state prese in ostaggio e hanno rischiato la vita. Ho perso colleghi, tanti amici. Sono stanco, Martha. Ho vissuto tante vite, è tempo che ne cominci una nuova, lontano da qui.-

La ragazza lo fissò come se potesse leggergli dentro tutto il dolore che provava. Annuì comprensiva. –E che ne sarà di Torchwood?-

-Oh!- Jack sorrise. –Un cambiamento al vertice non sarebbe male. Conosco due splendide donne che saprebbero rendere Torchwood migliore.- E ovviamente pensava a Martha e Gwen.

-Ehi, com’è che io non vengo mai considerato?- Protestò Micky. –Comincio a pensare che non fosse solo una mania del Dottore…-

-Quindi lo hai rivisto, il Dottore, intendo.- Intervenne Martha.

-Oh, si. E’ arrivato. All’ultimo momento… come fa lui, come se niente fosse e poi è sparito di nuovo.- Sul volto di Jack passò un’ombra cupa. –Prima o poi non ci sarà per aiutarci e allora sì, daremo il peggio di noi.-

Martha gli strinse il braccio. –Daremo il meglio, Jack. Sempre.-

Cara Martha, così ottimista, pensò mestamente il Capitano.

Lei sorrise. –Però mi sarebbe piaciuto rivederlo.-

Micky fece una smorfia. –Considerando che ha la tendenza a rubarmi la ragazza a me non tanto.- Scherzò.

Jack scosse la testa divertito. –Bhe, ha cambiato faccia di nuovo. Sembra più giovane, se non lo guardi dritto negli occhi. E adesso indossa un ridicolo farfallino.- Poi si ricordò della cosa che portava in tasca e si fermò. –Aspetta. Ho un regalo da parte sua per te.- E porse a Martha un nuovo cellulare. –Non è un I-Phone, c’era troppa gente all’Apple Store, così siamo entrati nel negozio vicino, ma ha…-

-Il roaming universale.- rise Marta all’idea del Dottore che andava a fare acquisti all’Apple Store. –Grazie. Gli manderò un sms. Così lo informo del matrimonio.-

Micky si accigliò. –Hai detto che adesso indossa un farfallino e sembra più giovane? Martha, non c’era quel tipo che ballava strano al nostro matrimonio… ciuffo lungo, giacca e gilè? Il cugino della tua matrigna?-

-Cosa? Quello col ciuffo e il farfallino? Non era il cugino di Annalise, pensavo fosse un tuo collega dell’officina…-

Martha e Micky si scambiarono una occhiata sbalordita.

Poi Micky proseguì con cautela. –E’ quello che ci ha regalato la macchina del caffè che…-

-… non funziona.- Terminò Martha e si portò una mano alla bocca. –Oh cielo! Potrebbe non essere una macchina del caffè! L’hai lasciata accesa?-

-Non mi ricordo, si, l’ho lasciata a scaldarsi un po’ per vedere se si sbloccava…-

-C’era un biglietto?-

-Non so…-

-Jack, non osare andartene senza salutarci prima.- Esclamò Martha. –Ci vediamo presto, ma adesso…-

Jack alzò le mani. –Correte a casa. Posso fronteggiare solo un evento catastrofico a settimana.-

Martha lo baciò sulla guancia e corse via con suo marito.
Jack li guardò con affetto allontanarsi. Poi riprese a sorseggiare il frappuccino e si avviò con calma lungo il viale del parco.


Children of Earth, finale alternativo 2/3


Il pavimento cominciò a tremare.
Una colonna di fuoco squarciò le nubi e piombò sul tetto del palazzo. Vetri andarono in frantumi e allarmi si misero a suonare per la città. Nella sala con la teca l’aria fu risucchiata da un improvviso calore.

-Ianto, Come chiamate questi… esseri?- Il Dottore non si scompose.

-Ehm. 4.5.6.-

-SEI.SOLO.GLI.UMANI.SONO.DEBOLI. ANCHE.CON.UN.SIGNORE.DEL.TEMPO.LA.TERRA.CADRA’.-

-Sbagliato.- Il Dottore socchiuse gli occhi. -Non sono solo. Jack?-

Il Capitano Jack Harkness, ansimante per la corsa, era appoggiato allo stipite del portone. Calcinacci cadevano tutto attorno a loro mentre il terremoto cresceva di intensità. –Dottore. Tutto fatto. Quando vuoi.- Aprendo le porte aveva capito che cosa gli era stato in realtà consegnato.

Il Dottore fissò la teca. –Vampiri di Galla Parlaxi. Questo siete. Pirati, locuste di mondi. Ma gli umani, i deboli umani, vi hanno dato un nome che sarà la vostra condanna.- Nella sua mano si accese l’estremità verde del cacciavite sonico. -4.5.6. E’ una frequenza, giusto?-

-Oh. Lo è.- Sorrise Jack. Battè velocemente una combinazione sul Grimaldello Entropico, e soprattutto a base Empatica.

Il Dottore puntò il cacciavite sonico sulla teca vibrante. La sagoma deforme di un alieno si scagliò contro il vetro.

–E questo, signori, è un Cacciavite Sonico.- Dichiarò il Signore del Tempo.

Jack lanciò il Grimaldello con lo schema ricomposto e pulsante, il Dottore attivò il Cacciavite sulla giusta frequenza. La sala si accese di una luce accecante e un’onda sonica si propagò, scontrandosi con le correnti create dagli alieni. Il boato che ne seguì finì di distruggere tutti i vetri rimasti. Compreso quello della teca, ormai vuota.


La telecamera smise di proiettare e nella sala del Consiglio di Emergenza tutti fissarono attoniti il monitor nero.


Children of Earth, finale alternativo 1/3


L’aria era diventata densa da respirare, la gola rovente e gonfia. Gli occhi bruciavano di lacrime e non solo a causa della tossina che era stata diffusa.
-No, Ianto…- Jack sentì il mondo sgretolarsi attorno a lui. Poi da lontano arrivò un suono, dissonante.
Oltre il raspare della creatura gongolante dentro la teca di vetro. Oltre il suo cuore che batteva disperatamente per vivere. Oltre le grida che giungevano ovattate dai corridoi. La sua mente ignorò quel suono per lunghi secondi completamente concentrata sulla situazione disperata.
Poi il suono aumentò. Un respiro metallico. Una vibrazione. La pelle di Jack su percorsa da un brivido elettrico. Una vibrazione dello spazio-tempo…
Le luci tremarono. La telecamera ebbe un malfunzionamento momentaneo mentre una nuova sagoma inspiegabilmente prendeva forma all’interno della sala, proprio dietro il Capitano Harkness e il suo collega prostrato a terra.

A distanza di sicurezza, nella sala del consiglio gli eminenti esponenti militari e di governo si sporsero sul tavolo increduli. Fra le scariche elettrostatiche del monitor distinsero una nuova ombra rettangolare proiettarsi sui due uomini di Torchwood. Assurdamente l’ombra di aprì come una porta di luce e ne emerse una persona.

Jack si lasciò cadere seduto.
Fissò il TARDIS. Si, era il TARDIS, quello. Il dolore al petto si fece straziante.
Era la prima volta che moriva avendo una visione di quel genere. Di solito si limitava a diventare tutto nero. Nessuna luce in fondo al tunnel, tanto meno una luce emanata dal Vortice del Tempo.
Poi dalla porta della cabina blu uscì un uomo che non riconobbe. Alto, magro, un lungo ciuffo di capelli tirato in parte sulla fronte, il mento deciso e una… era una cannuccia fucsia quella che teneva in bocca?!!
-Salve!- Esclamò il nuovo arrivato come se si fosse appena presentato ad un compleanno. I suoi occhi grigi abbracciarono in un secondo tutta la sala e poi si posarono, luminosi, magnetici, su Jack.
–Serve un Dottore?-
Jack provò un moto di sollievo e rabbia così intenso da non riuscire a muoversi. Rimase lì a bocca aperta fino a che Ianto non tossì e la realtà gli ripiombò addosso pesantemente. Il Dottore gli porse altre due cannucce dai colori fluorescenti.
–Respiratori Soborani. Si, Soboriani, gli stessi che fanno i Sali, ma questi non sono illegali. Per ora. Mi sono rimasti solo al gusto menta e limone.-
-Tu…- Il tono di Jack aveva un che di accusatorio che il Dottore accolse con un sorriso disarmante.
-Respiratore che serve per respirare.- Sottolineò cortesemente il Signore del Tempo guardando verso Ianto e il Capitano si affrettò a portare la cannuccia verde acido sulle labbra del suo compagno. Quella gialla toccò a lui.
L’aria pura fu una stilettata piacevole alla mente. Sollevò la testa di Ianto per farlo respirare meglio. Il suo colorito passò rapidamente dal blu al pallido cadaverico, ma lo considerò comunque un buon segno.
-Sei… diverso. Di nuovo.- Jack non riuscì a trattenersi, sorpreso. Poi si accigliò. –E’ un farfallino quello?-
-Forte, vero?- Confermò il Dottore, poi alzò un dito come ricordandosi improvvisamente qualcosa. Estrasse da una tasca una tastiera quadrata simile a uno di quei giochini puzzle in cui si deve ricomporre una figura. La lanciò a Jack. –Grimaldello entropico a base empatica, leggermente modificato dal sottoscritto. Dovrei chiamarlo GEBE… Ah... Nah... Grimaldello multiuso andrà bene.- Scambiò uno sguardo di intesa col Capitano.
-Vai. Apri le porte di questo palazzo prima che il veleno uccida tutti.-
Jack annuì. Adagiò Ianto a terra. Tentò di dire qualcosa, ma troppe domande si presentarono in un colpo solo nella sua mente e ne uscì un semplice. –Ben tornato.- Poi corse verso i terminali delle porte di uscita e del sistema di areazione del palazzo.
Il Dottore si sistemò il collo della giacca lunga che indossava e quando si voltò verso la teca non c’era più traccia di cordialità sul suo viso.


Dietro il vetro vorticava una tempesta di nubi e fumo.
Le pareti della teca vibravano trattenendo a stento la furia imprigionata dentro di esse. Una sostanza viscida le colpì violentemente.
-TU.NON.DOVRESTI.ESSERE.QUI.- tuonarono i 4.5.6
Le labbra del Dottore si piegarono in un sorriso pericoloso. –No, vero?- Avanzò verso la teca per nulla intimorito dallo sfoggio di potenza della creatura. Intrecciò le mani dietro la schiena e studiò il turbinio di fumo.
 –Avete isolato i segnali dal sistema solare.- Disse. –Avete fatto fondere il cellulare di Martha. Era un vecchio modello, niente app e cose simili, ma funzionava ancora bene, sapete.- I suoi occhi riflettevano i vortici di fumo ed energia, e parevano capaci di risucchiarli. –Ci avete provato, ma un tale silenzio ha fatto accendere una spia rossa sulla consolle del TARDIS. E Martha non è il mio unico contatto sulla Terra.-
-TU.NON. PUOI.STARE.QUI.DOTTORE.- Altra melma si schiantò sul vetro.
-VOI non potete stare qui.- La sua voce tuonò decisa. –Avete oltrepassato un limite ed è superfluo menzionare il Protocollo Ombra, vero? Andatavene. Ora. Questa è l’unica opportunità che vi dò.-
L’aria tremò alla risata innaturale della creatura aliena nascosta nella teca. Si udirono tuoni al di fuori del palazzo.
-NON.IMMISCHIARTI.DOTTORE. O.STERMINEREMO.SUBITO.IL.TRENTA.PERCENTO.DELLA.RAZZA.UMANA.-
-Oh. Amate le percentuali.- rilevò il Dottore con tono leggero. Allargò le braccia. –Opportunità non colta dunque. Tutto quel fumo vi fa decisamente male.-
-GUERRA.DOTTORE.GUERRA.ANCHE.A.TE.-
Il Dottore non si voltò. –Sei, Ianto, giusto?- Chiese mentre estraeva qualcosa dalla tasca interna della giacca.
Dietro di lui Ianto si sollevò a fatica su un gomito. Respirava dalla cannuccia Sobotica, o quello che era e aveva seguito la scena in silenzio, sperando che tutti lo credessero morto.
–Si, signore.- le parole gli raschiarono la gola.

TO BE CONTINUED...

Children of Earth, finale alternativo


Torchwood è uno Spin-off di Doctor Who, se state leggendo questo post già lo saprete o non sareste mai capitati per caso in questa pagina.
L'intento è buono: creare una serie "adulta", che tratti argomenti controversi senza addolcirli o girarci intorno, ambientandola in una Terra contemporanea minacciata dagli alieni.

Ora... personalmente sono dell'idea che temi "adulti" si possano trattare anche senza lasciare addosso al telespettatore un gran senso di angoscia e desolazione. Almeno questo è ciò che ho provato io al finale di Children of  Earth. Ognuno di noi è diverso, verissimo, ma per quelli che come me che cercano in una storia emozioni, ma anche quella magia positiva che ti accende qualcosa nell'animo, ecco un finale alternativo per la Terza stagione di Torchwood.
Vedetela come una delle possibilità negli universi paralleli che si possono creare ad ogni nostra scelta.
Miracole Day di conseguenza sarà un po' diverso, ma a noi piacciono le storie e siamo sempre pronti a seguirne di nuove!
E come dice il Dottore: i paradossi poi tendono a sistemarsi da soli... (ehm, aggiungo io)

Il mio Children of Earth cambia al Quarto Giorno, nel fatidico momento del rilascio del gas tossico...