Gli stivali si posarono su un terreno ghiaioso.
-Ed eccoci qua!- esclamò il Dottore appena uscito dal
Tardis.
Clara lo seguì un po’ circospetta strizzando gli occhi per
abituarsi all'abbassamento di luce dell’esterno.
Fu sorpresa di sentire l’aria serale calda sulla pelle, impregnata di un
dolce profumo di gelsomino. Attorno a lei c’erano arbusti secchi e una distesa
di pietre. –Mmmm.- Commentò incrociando lo sguardo perplesso di una capra
magrissima accanto ad un cespuglio spinoso. –Mi sembrava avessi menzionato un
Natale alternativo. Mi era sfuggita la parte sul deserto.-
Il Dottore si esibì in uno dei suoi sorrisi luminosi. Di
quelli di cui ci si dovrebbe preoccupare.
-Cara Clara. Benvenuta nell’antica terra di Assiri e
Babilonesi. Protettorato romano, nonché regno di Giudea.-
Clara sollevò le sopracciglia. –Cosa?!-.
Il braccio del
Dottore ruotò a presentare teatralmente la vallata che si apriva davanti a
loro.
Clara restò senza parole.
L’orizzonte era una fascia di colori accesi che andavano dal
giallo al porpora al rosa. Il tramonto regalava bagliori sfumati alle alture
aride altrimenti immerse nel buio. I pendii erano avvolti dalla foschia creata
dalla sabbia e dall’ultimo calore trattenuto dal terreno.
Su un’altura si intravedevano i contorni di una città
fortificata dall’aspetto esotico fatta di alti palazzi, torri sottilissime e palmeti
nascosti dietro le recinzioni. Le sue guglie tondeggianti rilasciavano bagliori
dorati verso l’ultimo sole. Il suono diffuso delle cicale era ovunque attorno a
loro.
Gli occhi di Clara si allargarono per la meraviglia. Era
come ammirare una illustrazione di Le mille e una notte. Solo che nessun
dipinto avrebbe potuto descrivere il cielo sopra di lei.
Non aveva mai visto uno spettacolo del genere sulla Terra.
Le stelle lontane dall’orizzonte già splendevano come lanterne, luminosissime e
sembravano così vicine e così tante da poterne raccogliere a manciate solo
alzando la mano. Era come se tutte le galassie dell’universo si fossero
radunate sopra la vallata e fra tutte risaltava la sorprendente scia rossa di
una cometa.
-E’… è…-
-Lo so. Mancanza di inquinamento e di luce elettrica combinata
con favorevoli coordinate geografiche.- Terminò lui sbrigativo.
Clara lo guardò male. –Non era esattamente quello che volevo
dire.-
Il Dottore studiò l’orologio dorato che portava al polso.
-Bene. Siamo in anticipo sul Natale. O almeno rispetto la
data che poi voi umani farete corrispondere al Natale fra qualche secolo.-
-Siamo a Betlemme?!- Realizzò la ragazza con un brivido.
-Non proprio. Diversi chilometri di distanza.-
Senza sapere perché Clara si sentì sollevata da quella
risposta. –Pensavo facesse più freddo. Sai, per via del bue e l’asinello… la
capanna…-
Il Dottore era concentrato sul paesaggio che rapidamente
scompariva nel buio della notte. –Mh mmm.- Annuì pensieroso.
Clara sospirò. –Ok non mi stai ascoltando.-
Lui invece si voltò verso di lei. – Esatto. Fa caldo.-
Sottolineò gravemente. –Una calda notte invernale nel deserto. E sai un’altra cosa, Clara?-
-Cosa?- Lo assecondò la ragazza con cautela riconoscendo la
sua espressione raggiante.
Il Dottore indicò la vallata sotto di loro. -Quelli sono Re
Magi.-
Tre sagome scure avanzavano lentamente lungo un sentiero
polveroso. Tre cavalieri su cammelli con qualche asino e servitore al seguito.
-Davvero?!!-
Il signore del Tempo sospirò . –No.- Disse come se fosse
ovvio. –I Re Magi dovrebbero essere ancora molto distanti da qui, arriveranno
solo fra qualche settimana.-
-E allora quelli chi sono?-
-Questa è un’ottima domanda. Ma soprattutto, Clara…- Il
Dottore le si avvicinò con fare cospiratorio. –Quello che dovremmo fare ora, al più presto, senza attrarre troppo l'attenzione, sarà recuperare quella
cosa …- Il suo sguardo penetrante guizzò verso la stella cometa. – appena tocca terra... e farlo prima di loro.-
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